Calciatore argentino, naturalizzato italiano. Dopo aver esordito nel massimo
campionato argentino con il River Plate (1954), con cui vinse 3 titoli
nazionali (1955, 1956, 1957), nel 1957 arrivò in Italia, alla Juventus, dove
con John Charles formò una eccezionale coppia d'attacco. Soprannominato "el Cabezon",
a causa delle dimensioni della sua testa, in maglia bianconera vinse 3 scudetti (1957-58,
1959-60, 1960-61) e 3 Coppe Italia (1958-59, 1959-60, 1964-65), laureandosi
capocannoniere nella stagione 1959-60 e venendo insignito del prestigioso
Pallone d'Oro nel 1961. Nel 1965, in rotta con Heriberto Herrera,
passò al Napoli, dove, con José Altafini, diede ancora spettacolo. Prima della
fine del torneo 1968-69 tornò in Argentina, ritirandosi dal calcio giocato.
Talento purissimo dotato di un sinistro eccezionale, di classe e tecnica sopraffina,
ebbe nel dribbling e nel tunnel le sue armi migliori, distinguendosi inoltre per
i caratteristici calzettoni abbassati alle caviglie. Il suo maggior limite fu
invece il carattere bizzoso e provocatorio, che nelle 12 stagioni italiane gli
valse ben 33 giornate di squalifica. Con la nazionale argentina conquistò la Coppa
America del 1957, formando con Humberto Maschio e Valentin Angelillo
un formidabile tridente d'attacco passato alla storia come trio degli "angeli dalla
faccia sporca". Con la nazionale italiana collezionò 9 presenze e 8 gol, partecipando
alla fallimentare spedizione dei Mondiali del 1962 in Cile. Comparso nel film
Il
presidente del Borgorosso Football Club (1970), dopo il ritiro dall'agonismo
S.
fu allenatore di Rosario Central, River Plate e della nazionale argentina, che guidò
ai Mondiali di Germania del 1974. Nel 1994 assunse il ruolo di osservatore
della Juventus per il Sudamerica, dedicandosi poi alla televisione dove
comparve come commentatore, distinguendosi ancora una volta per irriverenza
e mancanza di diplomazia (San Nicolas, Buenos Aires 1935-2005).